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Anfiteatro Romano Verificato

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L’Anfiteatro Romano di Lecce è un monumento risalente, probabilmente, all’età augustea, ed è situato nel centro storico della città, nella zona adiacente a Piazza Sant’Oronzo.  

 

La storia dell’Anfiteatro Romano a Lecce

 

L’ Anfiteatro Romano di Lecce fu scoperto tra il 1904 ed il 1938. Insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae, l’antico nome romano dato alla città, tra il I e il II secolo d.C..

Gli studiosi hanno ancora oggi dubbi sull’effettiva datazione del monumento, che dovrebbe essere compresa tra l’età augustea e quella traiano-adrianea.

L’Anfiteatro venne rinvenuto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia, avvenuti all’inizio del Novecento. Le attività di scavo per riportare alla luce i resti dell’opera cominciarono quasi subito, grazie alla volontà dell’archeologo salentino Cosimo De Giorgi e si conclusero nel 1940.

Ad oggi è possibile ammirare solo un terzo dell’intera struttura, in quanto il resto si trova ancora nascosto nel sottosuolo di Piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia.

 

Le caratteristiche

 

L’Anfiteatro Romano di Lecce misurava all’esterno 102 x 83 m, con l’arena di 53 x 34 m, e poteva contenere circa 25.000 spettatori.

L’opera si trova al di sotto del livello stradale e fu edificata in parte direttamente nella roccia e in parte su arcate in opera quadrata che restano allo scoperto, oltre ad una parte dell’arena ellittica, intorno alla quale si sviluppano le gradinate dell’ordine inferiore, due corridoi anulari, uno che corre sotto le gradinate, l’altro, esterno, porticato, cui appartengono i parecchi e robusti pilastri, sui quali era imposto l’ordine superiore scandito, al pari di altri similari monumenti, dal Colosseo all’Arena di Verona, in una galleria di fornici.

L’arena, nella quale si organizzano spettacoli teatrali e rappresentazioni sceniche di autori antichi e moderni, era divisa dalla gradinata che ospitava gli spettatori (denominata cavea) da un alto muro che era ornato da un parapetto (podium) ornato di rilievi marmorei a bauletto che raffiguravano scene di lotta tra uomini ed animali.

Nel muro che separava l’arena dalla cavea si aprivano numerosi passaggi di comunicazione col corridoio centrale ed un più ristretto corridoio, scavato subito dietro l’arena, destinato ai servizi del monumento.

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