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Museo Civico Archeologico “Ugo Granafei” Verificato

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Il Museo Civico Archeologico “Ugo Granafei” di Mesagne è stato creato grazie a una raccolta archeologica promossa dall’omonima Biblioteca Popolare che grazie alle donazioni dei cittadini si è andata ad arricchire nel tempo.

 

Storia del Museo Civico Archeologico di Mesagne

 

La raccolta della famiglia Granafei nel 1931 venne acquisita dal Comune di Mesagne e fu spostata prima all’interno del palazzo Municipale e nel 1985 nella sede dell’attuale Biblioteca.

Dopo gli anni ’70 il Museo Ugo Granafei si arricchì di reperti di altre collezioni, ritrovamenti occasionali e scavi che portarono alla luce siti extra-urbani di interesse come Muro Maurizio, Muro Tenente e Malvindi.

Dal 1989 grazie all’intervento della Soprintendenza Archeologica per la Puglia, ha incrementato la sua esposizione con documenti ritrovati in sepolture poste in svariati sezioni dell’abitato e con un corredo funebre inerente cinque tumulazioni, ritrovate in via San Pancrazio.

Verso il termine degli anni ’90 passò da museo civico a della città e grazie a ricerche scientifiche, la Soprintendenza Archeologica ha portato a conoscenza importanti informazioni sulla storia antica della città e ha messo in evidenza la tutela sul patrimonio della stessa, in molti casi alcune scoperte hanno fatto sì che il sito di Mesagne ed il suo territorio divenissero di grande rilievo agli occhi degli studiosi per le ricerche sul popolo messapico presente nel Salento. L’amministrazione Comunale ha deciso di credere all’importanza ottenuta nel tempo dal Museo Civico Granafei spostando la sua sede presso il Castello Comunale.

Nel 1996 è stata eseguita la ricostruzione della tomba monumentale a semi camera, ritrovata nel 1988, in una delle sale del piano terra del castello.

 

Percorso del Museo Civico Ugo Granafei

 

Il percorso del Museo Granafei si estende sul piano terra del Castello Comunale e termina nella sala della tomba, parte dalle radici del museo ed è diviso in tre sezioni realizzate in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e la Cattedra di Urbanistica del mondo Antico dell’università di Lecce.

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