Palazzo Vescovile
Il Palazzo Vescovile, sede della diocesi di Oria, è un edificio in stile barocco costruito a più riprese sulla più antica struttura romanica del XIII secolo.
Storia e origini della Diocesi di Oria
La vita diocesana a Oria è coincisa con la distruzione della città di Brindisi da parte dei longobardi intorno al 600 d. C. che costrinse la sede vescovile a spostarsi altrove. Nella diocesi, inizialmente, convivevano due riti religiosi differenti, quello bizantino e quello longobardo. In seguito alle tensioni che si svilupparono tra i due popoli, il rapporto si distrusse definitivamente con l’assassinio del vescovo Andrea della chiesa latina da parte di un funzionario dell’Imperatore d’Oriente che spinse i vescovi ad abbandonare la città. In seguito all’invasione normanna che ricostruì la città di Brindisi, i vescovi furono più volte incitati a fare ritorno nella città ma a causa del loro rifiuto, la chiesa di Oria e quella di Brindisi si separano definitivamente nel 1591.
La città di Oria, nonostante la vita diocesana, non aveva ancora un palazzo vescovile, ragion per cui, il vescovo Giovanni Bovio decise di avviare la costruzione dell’edificio, attuale sede della diocesi, tra il 1564 e il 1570 in stile romanico, ampliato nel XVII secolo con la realizzazione della curia e terminato nel XVIII con il vicariato, modifiche che hanno conferito l’attuale aspetto barocco.
Palazzo Vescovile: reperti archeologici e opere d’arte
La facciata in elaborato stile barocco, appartiene all’ultimo periodo, e caratterizza il palazzo come un dei più belli della Puglia. Al suo interno, nell’ampio atrio, sono custoditi importanti reperti archeologici di provenienza messapica, romana e bizantina ed alcuni medievali provenienti dalla vecchia cattedrale distrutta dal terremoto del 1743, esposti all’ingresso.
Degni di nota, per il grande prestigio artistico, sono gli affreschi attribuiti al pittore Pellegrino Tibaldi, allievo di uno dei maggiori esponenti dell’arte pittorica, Raffaello, l’alta scalinata monumentale ed il salone di rappresentanza del XVI secolo.