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Parco Archeologico di Posillipo Verificato

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Il parco archeologico-ambientale di Posillipo o Pausilypon offre numerose testimonianze archeologiche, naturali e paesaggistiche della costa di Posillipo a Napoli.

 

Storia & origini del Parco Archeologico di Posillipo a Napoli

 

Il parco si estende in una zona che va dal promontorio di Trentaremi al vallone di Gaiola. Al complesso si accede dalla Grotta di Seiano, un traforo costruito in epoca romana che congiunge la piana di Bagnoli con il vallone di Gaiola e racchiude i resti della villa di Pausilypon, edificata da Publio Vedio Pollione nel I secolo a.C. Il nome greco dato dal cavaliere romano significa “sollievo dal dolore”, a simboleggiare l’amenità del luogo dove fu eretta la villa. Accanto ad essa sorsero un teatro di 2000 posti, un Odeion ovvero un luogo deputato ad accogliere rappresentazioni musicali e teatrali, un ninfeo e un complesso termale.

 

La Grotta di Seiano 

 

La Grotta di Seiano è un traforo costruito in epoca romana che collegava Bagnoli a Gaiola, passando per la baia di Trentaremi. Fu un prefetto di Tiberio, Lucio Elio Seiano, che nel I secolo a.C. commissionò la sistemazione del traforo già esistente. Cadde in disuso nel corso dei secoli fino a quando non fu casualmente rinvenuto nel 1841 e reso nuovamente percorribile da Ferdinando II di Borbone. Durante la seconda guerra mondiale invece, funse da rifugio antiaereo per gli abitanti di Bagnoli.

 

La Villa di Pausilypon nel Parco Archeologico di Posillipo a Napoli

 

Superata la Grotta di Seiano si giunge alla Villa di Pausilypon costruita da Publio Vedio Pollione nel I secolo a.C. che ospita parte delle antiche vestigie dell’edificio. Alla morte di Pollione nel 15 a.C., per via della sua posizione ambita, la Villa divenne una residenza imperiale di Augusto. L’ultimo imperatore che la abitò fu Adriano.

 

Il “murenaio”

 

Palazzo degli Spiriti è un complesso archeologico sulla costa di Posillipo costruito nel I secolo a.C. Appartenne al ninfeo della villa di Pausilypon. Probabilmente ospitava un “murenaio” ovvero, luogo in cui venivano allevate le murene, tipici pesci che somigliano a serpenti, considerate molto prelibate. Infatti, sono ancora visibili, nonostante l’innalzamento del livello del mare, le vasche che probabilmente venivano utilizzate per l’allevamento.

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