Museo Ettore Pomarici Santomasi
Il Museo Ettore Pomarici Santomasi sorge in un edificio del XVII secolo a Gravina in Puglia con lo scopo di perpetrare la cultura locale attraverso la conservazione delle memorie cittadine.
Il Museo Ettore Pomarici Santomasi: storia e obiettivi
La storia del museo risale al 1797, quando alcuni membri del seguito reale di Napoli sostarono a Gravina nel Palazzo Pomarici Santomasi. La facciata dell’edificio include infatti un’epigrafe che spiega come il barone Ettore P. Santomasi, morendo senza discendenza maschile nel 1917, dispose che il suo palazzo venisse donato al Municipio di Gravina in Puglia come luogo di accrescimento culturale. Da questo concetto nasce la Fondazione eretta in onore del beneamato barone, che opera per raggiungere i seguenti obiettivi:
- la valorizzazione dei beni e delle attività facenti parte del patrimonio culturale artistico ed archeologico di Gravina
- il patrocinio e la promozione di iniziative intese a divulgare i valori artistici, storici e culturali, e le tradizioni popolari di Gravina, con preferenza per quelle intraprese dai giovani gravinesi capaci e meritevoli
- il ripristino, nel rispetto delle volontà del fondatore, di un indirizzo didattico mediante l’istituzione di una scuola tecnico professionale
Gli ambienti del museo
Il museo consente di immergersi perfettamente nell’atmosfera della vita nobiliare di provincia anche grazie alle sue stanze arredate con un mobilio originale che risale al 1600/1700. Il piano superiore include un percorso archeologico che permette di soffermarsi su alcune testimonianze antiche, tra le quali spiccano i reperti provenienti dagli scavi di Botromagno e la sezione della Numismaticache con oltre 1600 monete catalogate in ordine cronologico che offrono interessanti spunti di riflessione a livello storico-scientifico.
Il percorso prosegue con una sezione dedicata alla collezione di maioliche fabbricate sul territorio locale: elementi che permisero un grande sviluppo economico per la terra pugliese grazie alla sua collaborazione con Faenza per la fornitura di “maioliche alla moda”, come segnalato dallo storico Giovan Battista Pacichelli. Andando avanti si può notare la mostra degli abiti d’epoca, che narra l’importanza assegnata allo stile del vestiario tra il 1600 e il 1800, fattore che influenzò profondamente gli usi e i costumi della società in quell’epoca.
Il Museo Ettore Pomarici Santomasi custodisce inoltre i bellissimi affreschi provenienti dalla cripta rupestre di San Vito Vecchio, che raffigurano varie figure sacre in un ambiente ricreato appositamente per esaltare il valore artistico delle opere. Infine, la Biblioteca della Fondazione incanta i suoi visitatori con la grande mole di volumi pregiati che custodiscono la conoscenza e le vicissitudini della città di Gravina.
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